Storia
la Croce Verde di Porcari

a cura di
Giampiero della Nina
2023

La Croce verde a Lucca
La Croce Verde sorse a Lucca nel 1894 e cercò da subito di trovare adesioni e fondare succursali nella campagna d’intorno, perché il numero dei soci garantiva indubbiamente il successo dell’iniziativa. Così nel 1896 furono fondate le sezioni di Ponte a Moriano e di Borgo a Mozzano.
Sul sito della Croce Verde di Lucca, si legge nel capitolo dedicato alla sua storia che “successivamente sorsero le sezioni di Santa Maria del Giudice di Bagni di Lucca, di Porcari e di San Lorenzo a Vaccoli. Nel 1904 la Croce Verde poteva dire di essersi definitivamente affermata nella realtà lucchese”.
Primo tentativo di istituirla a Porcari: fallito
Non è esattamente così perché il tentativo, che risale al 1898, di costituire a Porcari una sezione della Croce Verde, fallì miseramente. Lo testimonia il manifesto che vedete; manifesto che fu affisso a Lucca non soltanto per mettere alla berlina gli “oscurantisti sobillatori del popolo e di coscienze”, ma addirittura per denunciarli alla autorità giudiziaria.
Procediamo con ordine e vediamo cosa successe in quel lontano 1898 e quale fosse la cornice di quegli avvenimenti. Porcari era il più grosso agglomerato nella Piana di Lucca, un centro attrezzato, autonomo, per il lavoro, la spesa e lo svago; aveva una sua stazione ferroviaria sulla linea Firenze-Lucca-Viareggio, con servizio passeggeri di recentissima istituzione.
Funzionava in paese una esattoria, una succursale dello Stato Civile, c’era uno studio di ingegneria, uno studio notarile e 6 scuole. Era opinione diffusa in Lucchesia che i Porcaresi fossero facoltosi e molto intraprendenti. Disse l’ing. Francesconi in un suo famoso discorso pronunciato in una seduta del Consiglio comunale di Capannori, riferendosi ai porcaresi “…gente che di continuo si affatica a cercare nuove vie allo svolgersi della sua fenomenale attività, che attraversa tutte le terre, che solca tutti i mari, che ha per patria il mondo...”.
Ecco: Porcari allora, aspirava e lottava per staccarsi da Capannori e, da frazione diventare Comune autonomo. Aveva già presentato una istanza in tal senso: era stata respinta, ma si trattava soltanto di una battaglia persa. La tenacia nel voler perseguire quell’obbiettivo, l’amore per il paese avrebbero assicurato la vittoria, come infatti avvenne con il riconoscimento regale del 1913.
In paese funzionava già una società di Mutuo Soccorso
C’era a Porcari, anche una società di Mutuo Soccorso, fondata nel 1894, perfettamente funzionante, benemerita, che assisteva gli infermi presso le loro abitazioni e che quindi offriva servizi che potevano essere integrati e completati dalla Croce Verde. Porcari sembrava quindi il luogo ideale dove stabilire una propria sezione, sperando in molte adesioni.
Che successe quella domenica del 27 marzo 1898
Era stata fissata l’inaugurazione della nuova sezione, in località «al Poggi» per la domenica 27 marzo 1898, quindici giorni prima di Pasqua.
Secondo il programma, alle due pomeridiane, scendono alla stazione di Porcari, circa 300 persone. Formato il corteo, sfilano per il paese, ostentando bandiere della Croce Verde. Ai bordi della strada sventolano bandierine di carta. I volti sorridenti, i vessilli, tutti i segni di festa intorno, contrastano però stranamente con il fatto che solo pochissime persone assistono al defluire del corteo. Erano state preparate delle torte da distribuire agli intervenuti dopo il discorso ufficiale inaugurativo. Erano inoltre stati affissi manifesti nei quali si annunciava «il nuovo successo della Croceverde» e nei quali comparivano i nomi degli aderenti locali a tale iniziativa. Ad attendere il corteo però non c’erano neppure i rappresentanti della Società Operaia, il cui consiglio direttivo aveva proposto di partecipare con propria bandiera alla manifestazione; proposta respinta dall’assemblea, due giorni prima, nel corso di una seduta tumultuosa.
Furono in 4000 a manifestare contro la Croce Verde
Prima di pronunciare il discorso di rito, si aspettò la conclusione della funzione religiosa, c’erano i vespri allora, contando su un maggior afflusso di popolo. La popolazione in effetti partecipò ma con intenzioni assai distanti dalle aspettative.
Si legge in una annotazione nell’archivio parrocchiale:
«…Uomini, donne e ragazzi, in numero di circa quattromila, cominciarono a fischiare in modo assordante e gridare a squarciagola: Abbasso la Croce Verde! Fuori la Croce Verde da Porcari! e facendo le corna con le mani ai croceverdisti, i quali visto il cattivo tempo in cielo e in terra, rivolsero i loro passi verso la stazione. Ma la popolazione sempre riscaldata li seguì e, ad un certo punto…”
volarono sassi e si sentirono perfino spari. Da parte di chi? Dei porcaresi o dei forestieri venuti da Lucca?
Dopo gli spari, sassi e intervento dei Carabinieri, ritorna la calma
La calma ritornò appena i croceverdisti salirono sul treno per ritornarsene in città, grazie anche al provvido intervento dei carabinieri, che riuscirono a domare la rissa ed evitare il peggio.
All’indomani fu esposto in città il manifesto che vedete (1) ed una lunga polemica si aprì su tutti i giornali di Lucca e proseguì per diversi giorni, con accenti violentissimi.
Si lesse sul Fieramosca:
«Davvero non credevamo che in un paese che dista solo sette chilometri da Lucca, e che dovrebbe esser civile, si potessero verificare scene vili e ributtanti come quelle di ieri, degne appena di accadere in qualche remoto villaggio dell’Africa. Tanto può l’ignoranza di un paese che alla fine del sec. XIX non ha saputo ancora emanciparsi dai falsi pregiudizi e dal feudalismo del prete, eterno nemico, questo, di tutto ciò che è portato da umano e civile progresso. Un solo augurio noi facciamo; e cioè che la nuova sezione di Porcari giunga con perseveranza di opere a smentire coi fatti le calunnie sparse ad arte dai nemici della Croce Verde, dimostrando come la carità non sia di monopolio di alcuna religione, né di nessun partito».
I redattori del Fieramosca dunque, ottimisticamente pensavano che, calmati i primi bollori, la sezione della Croce Verde avrebbe funzionato anche a Porcari e invece lo poté fare soltanto dopo 88 anni da quei fatti: quasi un secolo!
Anche il giornale “La Torre delle Ore” accusò il rettore Antonio Marraccini di avere sobillato la popolazione sì da scatenare quella violenta reazione contro la Croce Verde.
Chi era don Antonio Marraccini
Apro una breve parentesi su questo personaggio che meriterebbe una conoscenza assai più approfondita. Antonio Marraccini era allora un giovane sacerdote, trentacinquenne, venuto a Porcari 10 anni prima, come cappellano. Diventerà poi reggente della parrocchia nel 1894, e nel 1914 primo proposto di Porcari, all’indomani della sua elevazione a comune autonomo. Fu sempre profondamente legato al nostro paese: pensate che quando, nel 1929, venne nominato canonico della Cattedrale di Lucca con il titolo di Monsignore, accettò malvolentieri il trasferimento in città. Tanto è vero che, appena qualche mese dopo, tornò a Porcari, non sapendo staccarsi dalla sua comunità. Fu così ospitato in canonica dal cappellano Martino Di Cesare, con il quale condivise gli ultimi anni della sua vita, assai poveramente. A Porcari morì il 6 dicembre 1932, a 69 anni di età, dei quali 42 anni trascorsi nel nostro paese.
Il giornale “La Torre delle ore” ricostruisce i fatti
In quei giorni, “La Torre delle Ore”, dedicò ben due pagine intere ai fatti di Porcari. Vi si legge che alcuni rappresentanti della Croce Verde precedettero gli altri a Porcari per preparare ogni cosa in occasione della inaugurazione e prosegue, che quest’ultimi:
«Appresero ancora da diverse persone fra le quali un bottaio del paese che il prete all’altare, la mattina stessa, come del resto nelle domeniche precedenti, aveva raccomandato vivamente di non entrare a far parte della Croce Verde, qualificandola come società di cattivi, di reprobi e animata da secondi fini che non si volevano manifestare».
Il sobillatore era il Marchese Bottini, direttore dell’Esare?
Non meno tenera fu “La Nazione” che riferendosi a quelle «violenze bestiali», come le chiama, sembra accusare non tanto il Parroco, quanto il Marchese Bottini, che era allora il sanguigno Direttore dell’Esare. A questo proposito, scrive:
«Qualcuno osserva che questa lotta cristiana contro la Croce caratterizza l’indirizzo insensato per cui si è messo il partito anti-religioso e anti-umanitario del Marchese Bottini, un partito che trova nel partito analfabeta la propria forza».
Si trattava di quello stesso Lorenzo Bottini, fiero oppositore alla separazione di Porcari da Capannori.
Da La Nazione del 30 marzo 1898 si apprende che due Militi della Croceverde rimasero feriti. Inoltre i tre giornali (Il Fieramosca, la Torre delle Ore e La Nazione) sostenevano coralmente che i colpi di arma da fuoco erano partiti dai porcaresi.
Il solito Bottini, nell’Esare, cercò di rivoltare l’accusa sui croceverdisti.
Marraccini confessa
Il sacerdote Marraccini riconosce di aver riferito dall’altare che la Croce Verde era nata in contrapposizione alla Compagnia della Misericordia di Lucca e si ispirava a principi massonici; per questo motivo, come suo dovere, aveva messo in guardia il popolo dall’aderire a società che non si ispirassero chiaramente a principi cristiani ed a maggior ragione, ad una associazione, come la Croce Verde, assolutamente contraria alla religione.
In una memoria che ho rintracciato in archivio parrocchiale, il Marraccini, come intima giustificazione del suo comportamento, scrive:
«Per parte mia ho da aggiungere soltanto:
1) che le rivolverate, a quanto asserivano testimoni oculari, furono esplose dai forestieri, o meglio dai croceverdisti; ma non giudicai bene comunicarlo all’Esare per evitare una polemica inutile.
2) Che non eccitai per nulla il popolo alla rivolta; ma nelle domeniche antecedenti raccomandai soltanto non dare il nome a Società, non ispirate alla Religione, ma anzi contrarie ad essa, servendomi all’uopo di quello che disse Papa Leone XIII nell’Enciclica al Popolo Italiano dell’8 Dicembre 1892 e di quello che dice il Sinodo. Se il popolo in qualche modo eccede, fu colpa di chi voleva, a dispetto di tutti, fondare una Associazione in Porcari non veduta di buon occhio che da pochi miscredenti e illusi».
Era una associazione massonica la Croceverde?
Aveva torto don Marraccini a definire la Croce Verde, una fondazione di ispirazione massonica? No. Perché era noto che a fondarla a Viareggio nel 1889, furono dei massoni del luogo e sullo stesso modello fu istituita a Lucca qualche anno più tardi, nel 1894, Come quella viareggina, doveva essere una organizzazione totalmente laica, per contrastare lo strapotere della Misericordia, profondamente clericale.
I fratelli Volpi
Primo presidente della Croce Verde di Lucca, nel 1895, fu Paolo Volpi, di fede repubblicana e già appartenente alla Massoneria. Paolo Volpi era fratello di Giovanni, sacerdote ed il loro nonno era quel famoso Paolo Volpi medico, al quale l’Ospedale di Lucca dedicò un padiglione, la “Sala Volpi”, destinato alla cura della tubercolosi. Era una famiglia benestante, proprietaria di quella villa nel morianese, oggi adibita ad Hotel e che mantiene il nome di Villa Volpi.
Paolo era nato nel 1858 e Giovanni nel 1860, quindi nel 1895, quando Paolo divenne presidente della Croce Verde di Lucca aveva 37 anni. Sapete chi era invece presidente della Misericordia? Il fratello Giovanni, che sarebbe diventato vescovo ausiliare di Lucca due anni più tardi, nel 1897. Quindi i due fratelli erano a capo di due istituzioni fortemente contrapposte, sebbene finalizzate alla carità: l’una laica, sostenuta dalla stampa liberale e l’altra clericale sostenuta dall’Esare.
I loro rapporti fra i due fratelli erano pessimi, tanto è vero che quando il Papa Leone XIII nominò Giovani vescovo ausiliare di Lucca, Paolo non partecipò alla cerimonia.
Nel 1897 ci fu un processo contro l’Esare e i due fratelli si trovarono citati come testimoni, uno per l’accusa e l’altro per la difesa.
Due parole sull’Esare
L’Esare traeva il nome da Auser (Serchio) e portava nel titolo un disegno del Ponte del Diavolo: era quindi un giornale prettamente lucchese, di ispirazione fortemente cattolica. Fondato e diretto dal marchese Lorenzo Bottini, da bisettimanale che era nel 1886 diventò quotidiano dal 1894. Veniva stampato a Lucca presso la Villa Bottini, residenza del Marchese. Aveva una grandissima influenza per il mondo cattolico, ed i separatisti di Porcari lo considerarono il nemico numero uno, quando prese le parti del partito unionista opponendosi con tutto il suo potere mediatico e fino alla fine, all’autonomia di Porcari.
Ritornando ai nostri fatti, dobbiamo riferire che all’indomani della cacciata della Croce Verde, ci furono in paese proteste del tutto condivisibili, perché in fondo, si era rinunciato ad un servizio essenziale per la popolazione di Porcari.
Ma questo servizio – si disse – poteva benissimo essere attribuito ed espletato dalla Società di Mutuo
Soccorso, cattolicissima, rodata perché funzionava nel nostro paese, fin dal 1894, acquisendo grandi meriti presso la popolazione. Questa Società disponeva di una propria bandiera in stoffa celeste, disegnata dal Prof. Michele Marcucci, lo stesso pittore che più tardi decorerà la chiesa di Porcari, ricamata dalle suore Dorotee di Lucca, e costata complessivamente oltre 800 lire, una somma considerevole per quei tempi. Questo era l’onorevole vessillo che poteva essere degnamente opposto a quello della Croce Verde e così nella domenica del Rosario del 1898 e quindi qualche mese dopo a quei fatti, avvenne, in forma solennissima, la sua benedizione.
Le felicitazioni del Papa
Lo stesso Santo Padre, Leone XIII, inviò a mezzo del Cardinale Rampolla, un telegramma di felicitazioni al nostro paese ed una benedizione per tutti coloro che avessero preso parte alla cerimonia. Racconta il sacerdote Marraccini che l’Arcivescovo Milani, di fronte ad una folla immensa riunitasi in chiesa per l’occasione, pronunciò un accorato discorso e per molto tempo rimasero indimenticate le sue parole: “questa è cosa di Dio, guai a chi ce la tocca”
Ovviamente non bastava una bandiera per far dimenticare e sostituire quei servizi che la Croce Verde, andava erogando a Lucca, a Ponte a Moriano, a Borgo a Mozzano, a Bagni di Lucca e così via. Così, nel maggio dell’anno successivo, 1899, il Consiglio Direttivo della Società di Mutuo Soccorso, discusse la proposta di «fare un carro lettiga per il trasporto degli ammalati all’ospedale». Fu aperta una pubblica sottoscrizione, alla quale non poteva non partecipare, offrendo la vistosa somma di 100 lire, il Vescovo ausiliare di Lucca, Giovanni Volpi, membro della Lega antimassonica, già presidente della Misericordia.
Quando fecero pace i fratelli Volpi
I rapporti fra i due fratelli Volpi, continuavano ad essere tesi e soltanto quando Giovanni divenne vescovo di Arezzo, nel novembre del 1904, e dovette trasferirsi nella nuova sede (era il 1905), anche Paolo si dimise da Presidente della Croce Verde.
Fecero pace soltanto venti anni più tardi e addirittura Paolo, mangiapreti quale era, abbracciò definitivamente la religione cattolica. Morì nel 1929 ed il servizio funebre fu svolto, forse non per suo volere, ma su richiesta del fratello, dalla Misericordia di Lucca.
Un giudizio sui fatti del 1898
All’indomani della cacciata della Croce Verde da Porcari (1898), l’Esare, ritenendo forse che la carità fosse prerogativa soltanto di organizzazioni cristiane, come aveva ben interpretato il giornale Fieramosca, scrisse che Porcari, ancora una volta, aveva dato una grande prova del suo cattolicesimo, della sua maturità, del suo spirito religioso.
Oggi non possiamo essere d’accordo con questo giudizio su un momento di storia che ha davvero poco di onorevole e di edificante, da qualsiasi punto di vista si inquadrino i fatti.
Possiamo capire la posizione del prete Marraccini, considerato che era tenuto ad adeguarsi alle direttive che provenivano dal Vescovo ausiliare Giovanni Volpi e considerati anche i tempi, in cui questi fatti si svolgevano, ma non possiamo condividerla.
Per quello che Croce Verde rappresenta nella nostra società, per le sue finalità, per i meriti conquistati; per ciò che ha fatto e per ciò che continuerà a fare, tutti noi Porcaresi dobbiamo essere grati a questa organizzazione ed essere orgogliosi di averla così viva, indispensabile e funzionante nel nostro paese.
Il carro lettiga
Qualcuno vorrà sapere come andò a finire con la raccolta dei fondi per l’acquisto del carro-lettiga.
Il carro lettiga fu realizzato e posto in servizio nel maggio del 1902. All’inizio fu adoperato solo a favore dei soci, successivamente di tutta la popolazione di Porcari. Erano gli stessi soci ad assicurare la continuità del servizio, stabilendo turni di tre mesi, nei quali si avvicendavano con precisi incarichi.
La Società di Mutuo Soccorso fu sciolta nel 1946 (con la speranza tuttavia di poterla ricostituire), dopo 52 anni di attività che si era rivelata essenziale per la vita del paese. Il fondo sociale che residuò dopo lo scioglimento, fu distribuito ai poveri della parrocchia di Porcari.